La storia delle “chiacchiere e sanguinaccio”, tipico dolce napoletano

A Napoli non è carnevale senza le famose “chiacchiere e sanguinaccio”. Ma in cosa consiste questo dolce e perché è particolarmente legato alla tradizione partenopea? Vediamolo insieme.
Origini delle “chiacchiere e sanguinaccio”
Prima di tutto è doverosa una distinzione: le “chiacchiere” sono un tipico dolce di pasta fritta dalle origini italiane, che abbracciano Roma e il Sud Italia.
Si tratta di un impasto di farina da stendere e lavorare, prima di essere tagliato a strisce con la tipica “rotella” che le conferisce il classico aspetto a “zig zag” ed essere immerso nell’olio bollente.
Solo una volta raffreddate, le chiacchiere verranno cosparse di zucchero a velo.
L’etimologia non è nota, ma in molti sostengono che, esattamente come nel caso dei pettegolezzi, una “chiacchiera” tira l’altra.
Discorso diverso merita il “sanguinaccio”. Qui parliamo di un dolce tipicamente napoletano che, come suggerisce la parola, si realizzava da tradizione con il sangue dei maiali, raccolto durante la macellazione. Sembra ormai opinione comune che il sanguinaccio rappresentasse un omaggio a San Antonio Abate, molto amato a Napoli, che viene celebrato proprio nel periodo di carnevale.
Tra le sue peculiarità, il Santo ha la capacità di curare l’herpes zoster, ossia il “fuoco di San Antonio”.
Il Santo viene spesso raffigurato tra le fiamme proprio per questa ragione e, accanto a lui, compare spesso la figura di un maiale, dal momento che il periodo della macellazione cade proprio nella settimana del carnevale.
Il sangue raccolto veniva mescolato con del cioccolato fondente e aromatizzato ai chiodi di garofano.
Il sanguinaccio napoletano di oggi
Oggi, naturalmente, è vietato utilizzare il sangue animale e per questa ragione viene realizzato interamente in cioccolato fondente e guarnito con scaglie o gocce di cioccolato. Il “sanguinaccio”, inoltre, accompagnava spesso dolci e biscotti ma è stato il connubio con le chiacchiere a rendere questa coppia unica.
Nel tempo, infatti, il sanguinaccio è stato accompagnato da diversi tipi di biscotti come i savoiardi, ma è con le “chiacchiere” che da tutti viene considerata “la morte sua”.
Foto credit: lucianopignataro