La storia del Cristo Velato a Napoli

cristo velato di napoli

Il Cristo Velato è una delle opere più famose e caratteristiche della città di Napoli, che ogni anno attrae migliaia di turisti.

Molti si soffermano sul fascino della trasparenza del sudario che copre il corpo del Cristo; altri sui dettagli come il costato realizzato nei minimi particolari.

Indubbiamente, nel tempo, l’opera è stata oggetto di studi e di storie che hanno contribuito a rendere il Cristo Velato uno dei capolavori più discussi di sempre.

L’autore e la statua

Originariamente l’incarico di realizzare il Cristo Velato fu affidato ad Antonio Corradini, autore anche della “Pudicizia”, ospitata sempre all’interno della Cappella Sansevero. A causa della sua morte improvvisa, però, l’incarico passò a un giovane artista napoletano, Giuseppe Sanmartino.

Il lavoro consisteva nella realizzazione di una statua a grandezza naturale del Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato in un unico blocco marmoreo.

Giuseppe Sanmartino avrebbe dato vita ad una delle opere più famose al mondo, che lo stesso Antonio Canova definìcapolavoro”, affermando inoltre che avrebbe dato dieci anni della sua vita per esserne l’autore.

Miti e leggende sul Cristo Velato

Il Cristo Velato è ospitato all’interno della Cappella Sansevero, realizzata su commissione di Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero. Non è un mistero che su di lui aleggiassero miti e leggende che per lo più lo dipingevano come alchimista o, addirittura, un matto o uno stregone.

Ecco perché intorno alla statua del Cristo, nel tempo, sono sorte numerose storie di alchimia, di studi di laboratorio ed esperimenti. Probabilmente il fascino e l’incredibile realismo della statua, dal cui velo è possibile addirittura ammirare una vena sulla fronte del Cristo, hanno destato non poco stupore e scetticismo.

Eppure, innumerevoli sono stati gli studi che hanno confermato l’autenticità del lavoro, frutto soltanto di un talento fuori dal comune.

Scritto da New Arcadia