Halloween napoletano: la sua storia e le sue origini

Halloween è una tradizione irlandese che cade nel giorno del capodanno celtico, il primo Novembre, considerato il giorno in cui l’estate muore per lasciare spazio all’inverno.
Questo giorno veniva chiamato “Sahmain”, “fine dell’estate” appunto.
Il tema della morte e della rinascita della natura, poi sviluppatosi come “notte di incontro tra i vivi e i morti”, nei secoli successivi è sempre stato molto presente ed è sopravvissuto anche alle influenze culturali che lo hanno coinvolto nel tempo.
Dall’Irlanda, all’America, a Napoli: Halloween nella tradizione napoletana
A causa di una forte carestia che colpì duramente l’Irlanda nel XIX secolo, vi fu una intensa migrazione del popolo celtico in America, in cerca di fortuna.
Le comunità irlandesi che si recarono oltreoceano mantennero tuttavia intatte le loro tradizioni, tra cui Samhain, appunto, che si diffuse a macchia d’olio in tutto il Paese, fino a diventare una festa nazionale.
Nel secondo dopoguerra, con la colonizzazione americana sul territorio campano, la tradizione ormai cristianizzata di Halloween si diffuse nella nostra regione.
Non stupisce che una ricorrenza così fortemente e intimamente legata all’aldilà, al contatto con i defunti, abbia trovato nella nostra cultura accoglienza e fortuna.
Questa festa coinvolgeva bambini e ragazzi che andavano in giro mascherati chiedendo dolci pronunciando le parole “Cicci Muorti” al posto di “Dolcetto o scherzetto?”.
Secondo la tradizione bisognava andare in giro con una cassetta di cartone a forma di bara, il “tavutiello” e invocare una filastrocca:
“Famme bene, pe’ li muorte: dint’a ‘sta péttula che ‘ce puórte? Passe e ficusecche ‘nce puórte e famme bene, pe’ li muorte”
“Fammi del bene, per i morti. In quel grembiule che porti? Ci porti uva passa e fichi secchi, fammi del bene, per i morti”
Una particolarità che ha accompagnato da allora il nostro Halloween napoletano è stata quella di preparare e offrire il “torrone dei morti”.
Morbido all’interno, realizzato con pasta di mandorle o nocciola, e ricoperto di cioccolato fondente all’esterno.
Naturalmente a forma rettangolare, nero, per ricordare una bara.