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Come stiamo vivendo la situazione attuale

La pandemia da Covid-19 è una realtà che ci ha colto del tutto impreparati. Ciò non soltanto perché quest’ultima, indubbiamente più di altre in passato, ha toccato il nostro Paese molto da vicino, ma anche per le modalità e la velocità di diffusione di questo virus, che ci ha costretto a fare i conti con un comportamento che soprattutto per noi Italiani è quasi inconcepibile: il distanziamento sociale, considerato la prima forma di contenimento della diffusione del coronavirus.

Nel primo quarto del 2020, il Paese sta vivendo una situazione di lockdown, una soluzione drastica ma probabilmente l’unica per contenere il contagio. Attività “non necessarie” chiuse, quarantena per i cittadini, distanziamento sociale di almeno un metro per lo svolgimento di attività necessarie, incremento di norme igienico sanitarie, obbligo di indossare la mascherina in luoghi pubblici. Certo è che la priorità in questo momento è impiegare risorse ed energie alla tutela della salute di tutti i cittadini ma, con cauto ottimismo, ci piace dare uno sguardo al futuro e capire come cambieranno le abitudini di noi italiani, in che modo influenzerà le nostre passioni, come viaggiare e, soprattutto, come ciò cambierà il mondo del turismo.

Come cambierà il turismo nel prossimo futuro?

La prima analisi da fare, prima ancora di capire in che modo il Coronavirus condizionerà le nostre abitudini, le nostre scelte, o influenzerà i nostri umori (avremo senz’altro più paura di spostarci, di prendere un treno o un aereo?) è accertarci che la bella stagione arrivi davvero per tutti.

Molto probabilmente, sia lavoratori dipendenti che piccoli e medi imprenditori, dovranno trovarsi a fare i conti con un “recupero forzato” di lavoro durante i mesi estivi. Non sarebbe sbagliata l’idea di destagionalizzare le attività di vacanza nel breve periodo, o cambiare l’idea di vacanza nei periodi più prossimi.

Un altro fattore da considerare è la meta da scegliere, nel caso in cui ci si volesse svagare un po’. Un’ottima alternativa potrebbe essere puntare su destinazioni lontane dal turismo di massa, che prediligano un contatto diretto con la natura, pace, relax. Questo potrebbe aiutare a ricaricare le energie e al contempo a vivere più serenamente la vacanza.

La situazione che stiamo vivendo ha risvegliato un certo patriottismo nazionale, non c’è dubbio che la scelta di una vacanza Made in Italy possa essere una soluzione a “portata di mano” che nasconde invece un gesto di solidarietà a tutta la filiera turistica nostrana, pronta a ripartire.

Ecco quindi che diventa fondamentale, per tutto il settore turistico, restare emotivamente al fianco dei suoi clienti.

Gli addetti ai lavori più preparati e appassionati dovranno rassicurare i propri ospiti. Strutture adeguatamente preparate, che rispettino le norme igienico sanitarie e tutti i comportamenti in sicurezza per garantire serenità e sicurezza ai viaggiatori. Non devono mancare queste informazioni e aggiornamenti sui siti aziendali, non può mancare una newsletter per restare in contatto con i propri affezionati clienti, né devono mancare testimonianze dei provvedimenti presi e dei nuovi servizi offerti via social. Insomma, anche in tempi difficili, ciò che ci può far rialzare la testa è adottare creatività e spirito di iniziativa per fronteggiare le avversità.

Dalla crisi nasce la creatività

Non possiamo dimenticare che il settore turistico e culturale sembra essere quello maggiormente colpito da questa pandemia: divieto di spostamenti, divieto di assembramenti, chiusura di attività “non necessarie” e molte altre restrizioni. Eppure, miracolosamente, questo mondo sembra sfoderare tutte le sue armi creative e rispondere in modo sorprendente alla crisi. Musei, associazioni culturali, letterarie, hanno realizzato dei veri e propri servizi alternativi, guide e tour, trasmessi a distanza con soluzioni streaming ondemand o virtual. Insomma un mondo che non si lascia rinchiudere, ma che cerca di spiccare il volo in ogni modo possibile.

La creatività potrà, anzi dovrà, essere utilizzata in particolare per creare un nuovo tipo di turismo. Studiando nuove strategie, scegliendo mete alternative, organizzando attività diverse: tutto per rassicurare e tranquillizzare il turista, senza mai abbandonare l’originalità e soprattutto scadere nel banale. Il nuovo turista desidera un nuovo habitat, una zona sicura che prima non aveva mai considerato necessaria, ma che ora è balzata in cima alla piramide dei suoi bisogni. Lì, in quello che può sembrare un piccolo cerchio, noi operatori del settore potremmo creare da zero nuovi viaggi che andranno a soddisfare i nuovissimi bisogni dei turisti. Per farlo non solo sarà necessario mettere in campo la propria forza strategica e creativa, ma anche fare affidamento su nuove tecnologie e mezzi che possano garantire ambienti sani e affidabili.

Potremmo imparare, e trasmettere, che viaggiare non significa necessariamente percorrere lunghe distanze, ma insegnare che anche un viaggio locale, se organizzato nel giusto modo, può offrirci esperienze indimenticabili, intime e preziose in grado di arricchirci.

Il nuovo turismo

Anche le strutture alberghiere e il mondo della ristorazione dovranno abbracciare un modo del tutto nuovo di proporre servizi: senza dubbio, maggiore attenzione sarà prestata alla sala, più spaziosa, alla preparazione del cibo, a vista magari, ai servizi spa, decisamente meno “affollati”.

Il check in potrebbe essere quasi del tutto automatizzato, lasciando poco spazio all’incontro iniziale e al pagamento in contanti. Potremmo assistere a un incremento della scelta di hotel green, tranquilli e che prediligono l’utilizzo di prodotti alimentari locali.

In tal senso, il mondo del turismo esperienziale, il nuovo luxury tourism, potrebbe essere la chiave da cui far ripartire l’intera filiera turistica. Prediligere un viaggio cucito sulle proprie esigenze, sulle proprie passioni, alla ricerca di un luogo autentico e inesplorato (anche se locale), non significa esclusivamente ritagliarsi la possibilità di vivere una vacanza lontani dalla massa, ma soprattutto ricaricare corpo e spirito dopo aver vissuto un momento di grande stress.

Il nuovo turismo, quindi, come sarà? La formula esatta al momento non esiste, ognuno creerà la sua ricetta per cercare di rassicurare il turista. Questa volta noi operatori del settore dobbiamo fare i conti con una nuova emozione, che prima aveva una valenza secondaria: la paura. Sì perché per il turista 2019 viaggiare significava evadere, scappare dalla propria realtà, vivere addirittura una nuova vita per un breve periodo di tempo, il tutto contornato da un senso di tranquillità assimilato grazie ad anni di esperienze positive. Tutto questo, per un lasso di tempo significativo, non avverrà facilmente. Il turista del 2020 ha le stesse identiche necessità, ma con un nuovo bisogno primario: la sicurezza. Questo sarà il focus sul quale New Arcadia, insieme ai suoi partner, porrà la sua attenzione.

Confezioneremo emozioni irripetibili che allo stesso tempo riusciranno a trasmettere quel senso di casa in grado di permettere al turista di rilassarsi, abbandonando quel senso di incertezza che ha fatto fin troppo parte delle nostre giornate.

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